giovedì 26 marzo 2009

Piano Casa: le Regioni bloccano il Decreto

Berlusconi continua a proporre un provvedimento d'urgenza.
Slitta alla prossima settimana il nuovo confronto!!!

Slitta di nuovo il Piano Casa. Dopo l’incontro di ieri con le Regioni il Governo rinuncia momentaneamente all’adozione di un decreto legge. Non verranno quindi prese decisioni conclusive nella riunione del Consiglio dei Ministri, fissata per venerdì 27 marzo. Le trattative con opposizione ed enti locali occuperanno quindi anche la prossima settimana.

Si allunga fino a martedì il confronto con le Regioni sui punti del Piano Casa, come riportato dal Ministro Raffaele Fitto. Il Tavolo di concertazione si occuperà anche dell’emergenza abitativa, così come richiesto dal Presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani. Sarà infine una nuova Conferenza Unificata a valutare il lavoro congiunto. Il Presidente del Consiglio Berlusconi continua però a ritenere il DL lo strumento più appropriato, visto il suo impatto omogeneo e il favore con cui sarebbe stato accolto l'annuncio del provvedimento. La decisione sullo strumento legislativo da adottare sarà comunque demandata all'accordo con gli enti locali.

Le Regioni, per buona parte contrarie sin dall’inizio alla decretazione di urgenza, si sono mostrate invece disposte a collaborare sul piano della semplificazione normativa e dell’ammodernamento dei vecchi edifici.

Berlusconi ha continuato a sostenere i presupposti di urgenza determinati dalla crisi delle costruzioni, ma il no al decreto legge è stato difeso con la preoccupazione di incostituzionalità e conflitto di competenze in materia di edilizia e urbanistica, elemento che si pone in controtendenza rispetto al federalismo. Una volta pubblicato, il decreto avrebbe prevalso sulle norme locali, facendo scattare il via agli ampliamenti anche nelle Regioni contrarie all’aumento delle cubature senza controlli. Per questo motivo la Toscana ha continuato a lavorare al proprio disegno di legge, preparandosi anche al ricorso in Corte Costituzionale.

Da alcune indiscrezioni è emerso l’alleggerimento del testo discusso in Conferenza Stato-Regioni, probabilmente dovuto all’invio di una lettera con cui Napolitano avrebbe nuovamente ricordato a Berlusconi l’importanza del coinvolgimento regionale. Ma il Presidente del Consiglio, negando la ricezione di una lettera ufficiale, ha lasciato intendere invece la presenza di comunicazioni personali.

Nel corso del confronto Berlusconi ha posto l’accento sul costo zero del piano governativo. Resta da chiarire la natura degli immobili coinvolti e se sarà possibile aumentare le cubature nei centri storici. In precedenza si era detto che simili interventi potevano essere effettuati previo parere positivo della Soprintendenza, da rilasciare entro 60 giorni.

Continuano a manifestare pareri favorevoli le associazioni di categoria, come Confartigianato e Federarchitetti. Col Piano Casa l’occupazione potrebbe salire del 5,3% e il fatturato del settore costruzioni del 4,8%, ma perché ciò sia possibile è necessario rivedere il dogma che ha finora considerato ogni intervento come area di eterno conflitto uomo-natura, sviluppando le capacità dell’uomo ad integrarsi sinergicamente ad essa e soddisfacendo le proprie esigenze nel rispetto delle caratteristiche dell’ambiente.

Dello stesso avviso In/Arch, istituto nazionale di architettura, che apprezza l'opportunità fornita da un piano per la demolizione di edifici obsoleti e l'urbanizzazione secondo criteri moderni per la gestione di alte densità abitative. Per la valorizzazione di qualità progettuale e risparmio energetico diventa quindi fondamentale un sistema legislativo semplificato basato su parametri certi.

Per l’opposizione, che dichiara di rimanere vigile sulle norme da approvare, la decisione di accantonare il decreto legge conferma i dubbi sull’incostituzionalità del provvedimento.

(pubblicato il 25 marzo 2009)

Fonte: www.edilportale.it

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