martedì 31 marzo 2009
Il Piano Casa secondo la Bioedilizia
L'Istituto Nazionale di Bioarchitettura esprime preoccupazione per le nuove in materia edilizia del "Piano Casa".
L’incremento generalizzato delle volumetrie esistenti, come di recente proposto, risulta altamente rischioso per il patrimonio edilizio nazionale. Alla luce dell’attuale crisi, nonostante la palese necessità di una revisione generale delle procedure edilizie nella direzione della trasparenza e della semplificazione, al solo scopo di incentivare il mercato, si ritiene che la risposta idonea non possa passare per la deregolamentazione generalizzata. Si ricorda che l’azione di governo presuppone autorevolezza e un buon rapporto con i cittadini, aspetti legati anche alla coerenza normativa. Tale coerenza decade qualora con lo strumento di misure improvvisate si legittimi l’assenza di controllo dell’attività edilizia, con regole che creano deroghe alle regole.
La normativa locale, anche per ciò che concerne l’urbanistica, è frutto di una elaborazione continuativa negli anni e di concertazione con gli attori e gli usufruitori, che in questo caso si troverebbero di fatto improvvisamente "una tantum" esautorati. Tale prospettiva delinea certamente un ulteriore peggioramento della qualità morfologica dell’edificato sul territorio italiano, causato da ampliamenti e superfetazioni dettati dalle occasioni d’intervento e slegati da ogni logica di coordinamento.
Pericoloso il risultato che tale decisione potrebbe avere sulle campagne, con il consolidamento di fatto di capanni e depositi per attrezzi e la loro ennesima conversione in unità abitative, secondo il copione dei tanti precedenti condoni. Ancor più tragica la possibilità di intervenire in parchi e aree di tutela culturale e ambientale. Si segnala pertanto come tali iniziative poco abbiano a che vedere con l’emergenza abitativa, in quanto il beneficio per le famiglie con difficoltà economiche sarà limitato.
Sebbene da tempo l'INBAR auspichi un’applicazione diffusa dei migliori criteri di bioarchitettura e di efficienza energetica, si critica che tali caratteri siano sfruttati come strumento per ampliamenti secondo criteri incoerenti. Il rischio che si realizzi l’ennesimo greenwashing di interventi degradanti per l’ambiente costruito e la natura è reale. A maggior ragione qualora la norma sia deficitaria delle necessarie definizioni in tema di bioedilizia.
L’Istituto Nazionale di Bioarchitettura auspica che il governo voglia tenere conto dei suggerimenti e valutazioni qui esposti.
Comunicato stampa: Istituto Nazionale di Bioarchitettura - segreteria@bioarchitettura.it
fonte: www.professionearchitetto.it
giovedì 26 marzo 2009
Piano Casa: le Regioni bloccano il Decreto
Si allunga fino a martedì il confronto con le Regioni sui punti del Piano Casa, come riportato dal Ministro Raffaele Fitto. Il Tavolo di concertazione si occuperà anche dell’emergenza abitativa, così come richiesto dal Presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani. Sarà infine una nuova Conferenza Unificata a valutare il lavoro congiunto. Il Presidente del Consiglio Berlusconi continua però a ritenere il DL lo strumento più appropriato, visto il suo impatto omogeneo e il favore con cui sarebbe stato accolto l'annuncio del provvedimento. La decisione sullo strumento legislativo da adottare sarà comunque demandata all'accordo con gli enti locali.
Le Regioni, per buona parte contrarie sin dall’inizio alla decretazione di urgenza, si sono mostrate invece disposte a collaborare sul piano della semplificazione normativa e dell’ammodernamento dei vecchi edifici.
Berlusconi ha continuato a sostenere i presupposti di urgenza determinati dalla crisi delle costruzioni, ma il no al decreto legge è stato difeso con la preoccupazione di incostituzionalità e conflitto di competenze in materia di edilizia e urbanistica, elemento che si pone in controtendenza rispetto al federalismo. Una volta pubblicato, il decreto avrebbe prevalso sulle norme locali, facendo scattare il via agli ampliamenti anche nelle Regioni contrarie all’aumento delle cubature senza controlli. Per questo motivo la Toscana ha continuato a lavorare al proprio disegno di legge, preparandosi anche al ricorso in Corte Costituzionale.
Da alcune indiscrezioni è emerso l’alleggerimento del testo discusso in Conferenza Stato-Regioni, probabilmente dovuto all’invio di una lettera con cui Napolitano avrebbe nuovamente ricordato a Berlusconi l’importanza del coinvolgimento regionale. Ma il Presidente del Consiglio, negando la ricezione di una lettera ufficiale, ha lasciato intendere invece la presenza di comunicazioni personali.
Nel corso del confronto Berlusconi ha posto l’accento sul costo zero del piano governativo. Resta da chiarire la natura degli immobili coinvolti e se sarà possibile aumentare le cubature nei centri storici. In precedenza si era detto che simili interventi potevano essere effettuati previo parere positivo della Soprintendenza, da rilasciare entro 60 giorni.
Continuano a manifestare pareri favorevoli le associazioni di categoria, come Confartigianato e Federarchitetti. Col Piano Casa l’occupazione potrebbe salire del 5,3% e il fatturato del settore costruzioni del 4,8%, ma perché ciò sia possibile è necessario rivedere il dogma che ha finora considerato ogni intervento come area di eterno conflitto uomo-natura, sviluppando le capacità dell’uomo ad integrarsi sinergicamente ad essa e soddisfacendo le proprie esigenze nel rispetto delle caratteristiche dell’ambiente.
Dello stesso avviso In/Arch, istituto nazionale di architettura, che apprezza l'opportunità fornita da un piano per la demolizione di edifici obsoleti e l'urbanizzazione secondo criteri moderni per la gestione di alte densità abitative. Per la valorizzazione di qualità progettuale e risparmio energetico diventa quindi fondamentale un sistema legislativo semplificato basato su parametri certi.
Per l’opposizione, che dichiara di rimanere vigile sulle norme da approvare, la decisione di accantonare il decreto legge conferma i dubbi sull’incostituzionalità del provvedimento.
(pubblicato il 25 marzo 2009)
Fonte: www.edilportale.it
mercoledì 25 marzo 2009
Il Commento preliminare di Federarchitetti sul Piano Casa
Una maggiore concertazione con le rappresentanze delle libere professioni costituirebbe un principio inderogabile anche per velocizzare l'iter di taluni provvedimenti legislativi.
L'attuale crisi economica ha paradossalmente spinto alla individuazione dei provvedimenti auspicati, idonei nel rompere gli schemi nei quali è rimasto per troppo tempo condizionato il territorio e sui quali dovrà intervenire la nuova legge urbanistica.
Deve essere rivisto il dogma che ha finora considerato ogni intervento come area di eterno conflitto uomo-natura, ma vanno sviluppate le capacità dell'uomo ad integrarsi sinergicamente ad essa, soddisfacendo le proprie esigenze nel rispetto delle caratteristiche dell'ambiente.
Migliorare le problematiche legate al tema della casa, riveste un ruolo centrale per le famiglie che costituiscono un capitale sociale, microeconomia, che deve tendere allo sviluppo.
- consentire la concreta fattibilità economica delle iniziative;
- alleviare il fabbisogno abitativo ed il contenimento dei costi del mercato immobiliare;
- semplificare e velocizzare le procedure nella certezza dei tempi;
- ottimizzare il ruolo e le responsabilità dei liberi professionisti e delle pubbliche amministrazioni;
- incidere sul territorio in termini di qualità edilizia e di riequilibrio demografico e dei servizi;
- applicare tecnologie innovative dotate di requisiti di risparmio energetico;
- innovare in termini di qualità e sicurezza il patrimonio immobiliare;
- ridurre le esigenze di mobilità, degli spostamenti O/D, casa/lavoro- casa/servizi.
Le norme
Per gli aspetti attinenti le procedure, ed il conseguimento dei permessi a costruire, potrebbe ammettersi un doppio binario che preveda il permanere dei pareri degli Enti interessati a carico degli Uffici Tecnici, (modello: Sportello Unico), nei tempi agli stessi concessi, unitamente all'atto autorizzativo da emettere con termine perentorio di 15 giorni: oltre tale termine è il professionista a certificare l'istruttoria per quanto attiene la rispondenza alla normativa Locale.
In alternativa, possono essere istituite commissioni, anche c/o gli Ordini, con componenti dei sindacati professionali e delle associazioni dei consumatori, a procedere, in tempi obbligati, all'espletamento dell'istruttoria.
Per quanto attiene i pareri delle Soprintendenze, dovrebbero essere affidati a terne di addetti interne alle amministrazione e ad un rappresentante delle associazioni rappresentative sindacali dei liberi professionisti e dei consumatori, per svincolarsi dalla discrezionalità di un singolo funzionario.
L'applicazione dei parametri
Acquisito, anche con le sentenze della Corte Costituzionale, che la programmazione edilizia è materia concorrente, occorre che abbiano natura univoca alcuni principi di base della normativa per tutte le Regioni.
Gli interventi dovrebbero altresì indurre effetti positivi sul territorio a scala vasta.
Fondamentale effetto delle misure da adottare può essere costituito dalla applicazione di parametri incentivanti differenziati in realtà territoriali diverse, a seconda degli effetti da perseguire di riequilibrio della densità abitativa sul territorio.
Per aree ad elevata densità edilizia, es. le fasce costiere di aree urbane o alcuni agglomerati periferici, l'aumento di cubatura previsto dovrebbe riguardare esclusivamente la idoneità delle strutture e il rafforzamento di servizi o commercio, questo da riportare nelle aree urbane, evitando di aumentarne il carico demografico ma riducendone la necessità di spostamenti.
In altri termini, và scongiurato che la fattibilità economica degli interventi ricada solo sulle aree dove più alto è il valore immobiliare.
Inversamente, per i casi di abbattimento e ricostruzione di edifici isolati, o periferici, la previsione del 30% di aumento di cubatura può anche essere incrementata per accrescere la fattibilità economica degli interventi: la loro realizzazione aumenterebbe l'offerta verso aree meglio strutturate in termini di standards e quindi appetibili anche da chi risiede in zone affollate.
Ulteriori effetti andrebbero a determinarsi in casi dove la tipologia edilizia è rappresentata da immobili di due o tre piani, rendendo possibile intervenire su lotti di più fabbricati prevedendone la ricostruzione su un'unica area di sedime, anche con incremento complessivo di cubatura del 30%; in modo da liberare circa il 50% dell'area del lotto destinandola a spazi a verde attrezzato, pubblico e/o privato: ciò sarebbe possibile in molti centri dove la tipologia edilizia è rappresentata da immobili di 2 o tre piani.
I liberi professionisti
La Federarchitetti, per quanto attiene il comparto tecnico libero professionale, ribadisce che la crisi delle categorie tecniche in Italia è ben anteriore all'attuale momento e sulla stessa ne sono state correntemente definite le cause: pertanto, più che a misure specifiche, pur utili da adottare, gli attuali impatti negativi della crisi economica sarebbero adeguatamente fronteggiati con una revisione delle regole che oggi governano le libere professioni, caratterizzate da una serie di anomalie, legislative e procedurali, che le pongono in difficoltà nel supportare adeguatamente le esigenze del Paese e per affrontare la concorrenza delle strutture straniere.
Si ribadisce, per l'occasione come, a parere della Federarchitetti, la qualità dell'architettura è diretta conseguenza dello status della categoria e del riconoscimento del ruolo professionale.
Regole in tal senso, a coronamento degli indirizzi legislativi, potrebbero già riguardare:
- la definizione dei ruoli pubblico - privato,
- l'obbligo di completamento degli atti istruttori con dichiarazione di corrispondenza degli oneri professionali;
- obbligo di competenze interdisciplinari per le principali fasi tecniche degli interventi;
- adozione di procedure di determinazione degli onorari fondate su parametri diversi, sulla base di studi già pubblicati da Federarchitetti;
- rapporti corretti con le P.A e minor frazionamento delle centrali di committenza pubblica;
- correttivi al Testo Unico degli appalti;
- maggior controllo sui costi e sul regime sanzionatorio messo in atto da Ordini e Casse di Previdenza e revisione degli attuali studi di settore, inattendibili a fronte della situazione reale;
- riforma effettiva che definisca rappresentanze democratiche, libera scelta della formazione post-laurea con supporto agli studi professionali, diversa composizione e ruolo degli Ordini.
(pubblicato il 24/03/2009)
Fonte: www.architetto.info
Piano casa, pronto il decreto. Ecco tutte le novità !!!
Il testo, che dovrebbe essere varato dal prossimo Consiglio dei ministri, è formato da sette articoli e sarà sottoposto all'attenzione degli enti locali: la Conferenza Stato-Regioni è stata convocata ed è probabile che venga ampliata anche alle province e ai comuni, divenendo così una Conferenza unificata.
In attesa dell'emanazione di leggi regionali, «le norme - recita comunque il primo articolo - trovano applicazione su tutto il territorio nazionale».
Da Bruxelles, al termine del vertice Ue, il premier Silvio Berlusconi, dopo aver sottolineato la «richiesta incredibile» che c'è in Italia, ha detto che il piano ha riscosso interesse anche da parte degli altri paesi Ue: «Molti colleghi europei ci hanno chiesto il testo del decreto per l'ampliamento delle case e ci siamo impegnati a fornirlo entro lunedì».
Tornando al decreto, ecco di seguito i suoi punti principali:
AMPLIAMENTO CASE E EDIFICI, +20%. Confermata la possibilità di ampliare fino a un massimo del 20% il volume delle abitazioni private finiti prima del 31 dicembre 2008 in deroga ai piani vigenti. La percentuale si calcola sulla superficie coperta se si tratta di edifici adibiti a uso diverso. Il limite è del 20% del volume, ma è ammesso il cumulo del bonus del vicino: si può arrivare fino al 40. Fissato anche il limite massimo per l'ampliamento: il tetto è di 300 metri cubi per unità immobiliare.
DEMOLIZIONE, RICOSTRUZIONE E BIOEDILIZIA, +35%. Viene trasormata in obbligo quella che prima era una facoltà: è previsto un premio di cubatura del 35%: si demoliscono 100 metri cubi e se ne ricostruiscono 135. Diventa un obbligo puntare su risparmio energetico, bioedilizia o risparmio acqua. Ammessa anche la demolizione e ricostruzione anche di capannoni, stabilimenti e ogni altre destinazione non residenziale.
SALTANO I PALETTI TEMPORALI. Non è specificata la necessità che gli immobili oggetto degli interventi di demolizione, ricostruzione e ampliamento debbano essere stati costruiti prima dell'89, così come invece era spiegato nelle linee guida. Nel testo viene invece specificato che la possibilità di ampliare abitazioni esistenti riguarda le unità immobiliari «ultimate alla data del 31 dicembre 2008 in forza di titolo abitativo anche in sanatoria».
POSSIBILE CAMBIARE LA DESTINAZIONE D'USO. Gli interventi «possono anche consistere, in tutto o in parte, nel mutamento di destinazione d'uso, con o senza opere edilizie». Sono comunque effettuati nel rispetto della normativa relativa alla stabilità degli edifici e di ogni altra normativa tecnica». Se si tratta di una nuova fabbrica, poi, non si può superare «di oltre quattro metri l'altezza massima prevista dagli strumenti urbanistici vigenti».
SCONTI FISCALI. Chi deciderà di ampliare la prima casa avrà uno sconto del 50% sul balzello che si deve ai Comuni per la costruzione. Il contributo si paga inoltre solo con riferimento «agli incrementi realizzati» e il taglio del 50% è previsto anche per «gli interventi che siano realizzati mediante la utilizzazione di tecniche costruttive di bioedilizia o di fonti di energia rinnovabili».
ADDIO AL PERMESSO, SUFFICIENTE LA DIA. Per i nuovi interventi basterà la denuncia di inizio attività e il via libera del progettista: «La sussistenza di tutte le condizioni previste dal presente decreto è asseverata sotto la propria responsabilità dal progettista abilitato che sottoscrive la denuncia di inizio attività».
RISPETTO DEL PAESAGGIO. Fuori dal raggio di intervento del decreto le aree inedificabili (parchi, aree naturali e archeologiche), gli immobili abusivi su cui grava una ordinanza di demolizione e gli immobili privati situati su area demaniale. Per tutte le aree non incluse nell'elenco, ma vincolate occorre il nulla osta delle autorità. Per quelli non soggetti ai vincoli, invece, i comuni entro trenta giorni dalla Dia possono imporre aggiustamenti tecnico-estetici.
Fonte: Il Sole 24ore
lunedì 23 marzo 2009
Casa gioiello a prova di rumore dal recupero di un edificio residenziale a Milano

Come per altri aspetti tecnologici dell'intervento, anche per la progettazione dell'isolamento acustico il team progettuale si è affidato a consulenza specifica. Di questo particolare ambito progettuale ed esecutivo si sta occupando, in partnership con il team di progetto e l'impresa, la società Idet di Novate Milanese (MI). Per rispondere efficacemente a questa problematica, i tecnici acustici, Dr. Carola Aratari e colleghi, hanno ideato particolari accorgimenti progettuali, dalla definizione dei quali è scaturito l'impiego di prodotti e soluzioni adeguati per il contenimento di rumori e vibrazioni. Vediamo in dettaglio le principali soluzioni adottate.
Per quanto riguarda l'esterno, l'elevato impatto del rumore generato dalle macchine è stato attenuato dalla realizzazione di una schermatura con profilo a "botte", che contenga le riflessioni dei raggi sonori e li attenui mediante impiego di materiali adeguati.
Per quanto riguarda l'interno, il problema principale da risolvere è stato l'impatto acustico delle macchine verso le unità immobiliari sottostanti, dal punto di vista sia del rumore aereo sia delle vibrazioni. Per concretizzare le esigenze progettuali sono stati utilizzati materiali appositamente sviluppati per incrementare le prestazioni di isolamento acustico, in grado di collaborare con gli altri accorgimenti costruttivi al raggiungimento degli obiettivi; in particolare, la scelta è caduta sulla ampia gamma di prodotti Isolmant della società Tecnasfalti, che ha consentito di trovare la soluzione tecnologica più adatta per le diverse esigenze.
La presenza di strutture interamente metalliche nei nuovi solai dal quarto al settimo piano, e nell'ultimo solaio di sostegno delle macchine, e l'impossibilità di interporre tagli acustici che interrompessero la continuità delle travi, sono stati i punti fermi, nella progettazione acustica, per la massimizzazione della protezione dal rumore aereo e dal rumore strutturale che si propaga mediante vibrazioni indotte a cascata dagli impianti sull' ultimo solaio verso l'intera struttura.
Il risultato finale, studiato sul pacchetto di copertura composto complessivamente da due solai separati, quello inferiore a "chiusura" dell'appartamento all'ultimo piano, quello superiore di sostegno degli impianti, ha previsto l'inserimento di opportuni materiali adeguati al soddisfacimento degli elevati requisiti di comfort acustico.
In relazione al rumore aereo, i progettisti sono partiti da un calcolo sulle masse dei massetti di protezione delle gettate, aggiungendo poi, al di sopra della guaina di isolamento, un doppio strato di Isolmant Piombo (materassino in doppio strato di polietilene espanso a celle chiuse con interposta una lamina di piombo) per accrescerne la massa e la capacità di smorzare la propagazione del suono. Il solaio inferiore è realizzato con tecnica di "massetto galleggiante", che fornisce un primo strato di isolamento alla propagazione delle vibrazioni strutturali dovute alle macchine in copertura, ed in parte anche al rumore aereo. All'intradosso del solaio, lato interno agli appartamenti, viene realizzato un controsoffitto tecnico, specificamente adatto per l'isolamento aereo, composto da pannelli in cartongesso e isolamento in fibra poliestere ad alta densità.
Nell'intercapedine tra primo e secondo solaio di copertura, rigidamente vincolati tra loro per motivi strutturali, è stato posato Isolmant Perfetto, pannello in tessile tecnico (fibre poliestere a elevata densità e bassa conducibilità termica), per l'isolamento acustico e termico. Come secondo strato di disaccoppiamento alle vibrazioni, è stato previsto un materiale antivibrante specifico (tappeti in gomma con densità 1.000 kg/m3) a livello del basamento di appoggio dei rack metallici di sostegno delle macchine.
Questi strati di isolamento strutturale si aggiungono al sistema Vibrostop che è stato fatto installare, come da progetto acustico, sulle macchine stesse.
Alle soluzioni descritte, si affiancano poi altri accorgimenti tecnici che contribuiscono a generare un "sistema casa" isolato acusticamente in maniera estremamente accurata. L'isolamento acustico tra i piani, ad esempio, è garantito dall'applicazione, al di sotto dei pannelli radianti a pavimento, di Isolmant UnderSpecial (prodotto composto da Isolmant Special 5 mm accoppiato sul lato inferiore a speciale tessuto agugliato per un elevato abbattimento acustico), materiale con elevate caratteristiche di isolamento al rumore da calpestio, integrato dalla posa sotto i divisori interni di "fasce tagliamuro" Isolmant, e dall'isolamento dei tubi e delle dotazioni impiantistiche con Isolmant Piombo.
Fonte: www.edilone.it